Discussione:
Travi inclinate: luce di calcolo per la deformata e altre considerazioni...
(troppo vecchio per rispondere)
Decker
2005-02-18 14:48:34 UTC
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Per una trave inclinata quale può essere un puntone o un bordonale di
un tetto in legno ho considerato il peso prorio e i permanenti con il
loro valore caratteristico "spalmati" sulla reale lunghezza della trave
e non quella in proiezione. Il momento "classico" viene aumentato di un
fattore 1/cos. Per la neve invece, ho preso il valore caratteristico
(in pianta) dato dalla normativa e calcolato il momento sulla luce in
pianta. Su questa differenziazione qualche collega ha avuto da ridire,
in quanto considerano il p.p. + perm. come la neve. Voi che ne
pensate?!? La cosa si fa interessante quando si calcola la deformata
per gli s.l.e., che tra l'altro per questo genere di elementi è la
verifica più gravosa. C'è chi considera la luce in pianta, chi trova
un J fittizio moltiplicandolo per il cos d'inclinazione della falda
e...ogni altra idea è bene accetta!
Grazie
Apteryx
2005-02-19 17:44:17 UTC
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Post by Decker
Post by Decker
pianta. Su questa differenziazione qualche collega ha avuto da ridire,
in quanto considerano il p.p. + perm. come la neve. Voi che ne
pensate?!?
Che il tuo collega è un ignorante.

DM 16/01/1996
"Criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei
carichi e sovraccarichi".

6. Carico Neve
Il carico neve sulle coperture [...] agisce in direzione verticale ed è
riferito alla proiezione orizzontale della superficie della copertura.
Decker
2005-02-21 14:31:56 UTC
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Beh io in generale ci andrei piano a dare dell'ignorante a
qualcuno...in effetti ho scritto in maniera contorta e quindi sono io
che mi sono spiegato male e non tu che hai capito male...il mio
collega, come me, considera la neve come da normativa, si prende come
luce di calcolo la luce in pianta e il momento è il classico ql^2/8.
Il collega poi usa lo stesso schema di carico per i permanenti, mentre
io sono dell'idea che vadano considerati con il loro valore
caratteristico sempre agenti verticalmente ma distibuiti sulla luce
effettiva della trave e non in pianta. Per capirsi meglio considera
l'asta inclinata: il carico della neve è il rettangolo orizzontale,
quello dei permaneti è un parallelogramma inclinato con l'inclinazione
della trave. Il momento dovuto al permanente secondo lo schema che
considero io è maggiore di 1/cos rispetto allo schema del collega.
Il discorso poi si fa interessante sul calcolo della deformata: il mio
collega usa il metodo descritto nel "Ghittoni- Progettazione
strutturale dei solai misti", che prevede di usare un J fittizio uguale
a J*cos, ma questo metodo è coerente con la sua configurazione di
carico. Se invece volessi usare la "mia" come dovrei comportarmi?!?
Grazie e ciao
Decker
2005-02-21 16:46:12 UTC
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Beh io in generale ci andrei piano a dare dell'ignorante a
qualcuno...in effetti ho scritto in maniera contorta e quindi sono
stato io a spegarmi male e non tu a capire male...
Il mio collega considera il carico della neve così come dice la
normativa e calcola il momento sulla luce in proiezione. Il momento è
il classico q*l^2/8, dove l è la luce in proiezione appunto. Così
faccio anch'io, ma sui permanenti secondo me è bene considerare i
carichi con il loro valore caratteristico e agenti verticalmente,
distribuiti però sulla lunghezza effettiva della trave, cosa che il
mio collega non fa considerando per questi carichi lo stesso schema che
per la neve. Per capirsi meglio, io faccio così: immagina l'asta
inclinata, la neve è un rettangolo di carico orizzontale mentre i
permanenti sono un parallelogramma inclinato come l'asta. Il momento
calcolato con questo schema è maggiore di 1/cos.
Il discorso si fa interessante sul calcolo della deformata. Il mio
collega usa il metodo del J fittizio = J*cos, riportato per esempio nel
Ghittoni "la progettazione strutturale dei solai misti". Ma questo vale
per lo schema di carico che considera lui, non per il mio. Quindi sono
qui a chiedere cosa ne pensate della differenziazione di schemi di
calcolo fra permanenti e accidentali, e sul calcolo della deformata per
le travi inclinate per entrambi gli schemi.
Ciao e grazie
paolo
2005-02-21 17:13:14 UTC
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Post by Decker
Per una trave inclinata quale può essere un puntone o un bordonale di
un tetto in legno ho considerato il peso prorio e i permanenti con il
loro valore caratteristico "spalmati" sulla reale lunghezza della trave
e non quella in proiezione.
"vedo" 2 possibilità:
1) fai un calcolo approssimato e te ne freghi dell'inclinazione
considerando la proiezione come la trave (facendo un errore che non è
proprio trascurabile ma che potrebbe essere tutto sommato accettabile se
l'inclinazione è abbastanza piccola)
2) prendi tutto "come si deve" senza approssimazioni. In particolare
consideri le proiezioni di TUTTI i carichi in direzione assiale e
normale all'asse della trave facendo la felicità del mio prof di tecnica
delle costruzioni che su queste cose si divertiva un mondo e ci tirava
tutti matti (okkyo che sen e cos potrebbero non figurare una sola volta
nel caso della neve in quanto si deve considerare la proiezione sia del
carico in direzione normale che quella della superficie su cui agisce
che non oincide con l'asse trave). Spero di esser stato spiegato...


PAolo


P.S. Non fare caso al fatto che qualcuno dia dell'ignorante poichè
"ignorante=colui che ignora".....
Decker
2005-02-22 20:22:35 UTC
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Quindi per il calcolo della deformata considereresti L^4 dove L è la
luce effettiva della trave e i carichi in direzione perpendicolare
all'asse?!? Oppure applicheresti il metodo suggerito ad esempio nel
Ghittoni, quello del J fittizio?!?
paolo
2005-02-23 18:16:56 UTC
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Post by Decker
Quindi per il calcolo della deformata considereresti L^4 dove L è la
luce effettiva della trave e i carichi in direzione perpendicolare
all'asse?!? Oppure applicheresti il metodo suggerito ad esempio nel
Ghittoni, quello del J fittizio?!?
Non conosco il metodo del J fittizio però, se devi stare a calcolare un
J fittizio (per poche operazioni che siano) puoi anche metterti a
calcolare le azioni agenti corrette (che non implicano poi questo gran
calcolo, ci si mette due conti in più). In altre parole o approssimi o
tanto vale usare il metodo esatto, secondo me.
Prova a fare due conti e vedere la differenza che c'è tra i vari sistemi
in casi reali in funzione dell'inclinazione (e magari pubblicali su
qualche sito così li leggon tutti....) e poi decidi che metodo usare a
ragion veduta e conoscendo l'approssimazione che introduci.

Ciao
(Buon lavoro)

Paolo

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