Discussione:
costruzioni marittime - posa tetrapodi
(troppo vecchio per rispondere)
tommy
2006-06-26 08:44:45 UTC
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qualcuno mi può aiutare in materia di costruzioni marittime?
ho bisogno di reperire materiale circa la posa in opera dei tetrapodi
per una opera di difesa di un porto turistico.
quello che cerco è un qualche disegno o schema che indichi le
disposizioni magari con definizione delle geometrie in funzione delle
dimensioni dei tetrapodi (3.2 - 4 - 5 mc)
terra-mar
2006-06-26 21:20:53 UTC
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Post by tommy
qualcuno mi può aiutare in materia di costruzioni marittime?
ho bisogno di reperire materiale circa la posa in opera dei tetrapodi
per una opera di difesa di un porto turistico.
quello che cerco è un qualche disegno o schema che indichi le
disposizioni magari con definizione delle geometrie in funzione delle
dimensioni dei tetrapodi (3.2 - 4 - 5 mc)
Qualsiasi libro sulle costruzioni marittime ha tabelle dimensionali per
tutti i tipi di massi artificiali di forma speciale. Ci troverai anche i
parametri necessari al calcolo e la percentuale di porosità delle scogliere
in funzione del tipo di masso scelto (la porosità determina la dissipazione
dell'energia dell'onda incidente).
I tetrapodi sono disposti "alla rinfusa" ma è necessario che il gruista,
nella formazione delle scogliere, sia particolarmente capace e assistito,
per la sicurezza delle imbragature, da operai/marinai specializzati
soprattutto se si opera con ganci a scocco.
Dato che anche a livello tecnico, per tracciamenti e controllo, occorre una
discreta esperienza ti consiglio, mettendo da parte orgoglio ingiustificato,
di farti guidare da tecnici già esperti (anche di grado inferiore) dato che
il solo non saper distinguere "le insufficienze" nella messa in opera
comporta la rovina della scogliera alla prima mareggiata.
Inoltre eseguendo lavori marittimi occorre saper valutare quando e come si
può operare altrimenti, soprattutto se si opera con mezzi marittimi, si
fanno pasticci o si va incontro a disastri economici (tralascio le questioni
di sicurezza perchè sono competenza esclusiva del comandante del mezzo e se
ci metti il becco o ti fa arrestare o ti ammazza direttamente).
Visto che non sai assolutamente niente di lavori marittimi e di
problematiche connesse, chi te l'ha fatta fare ad accettare l'incarico con
responsabilità diretta ????
Ciao.
Claudio (terra-mar)

--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
tommy
2006-06-27 08:07:57 UTC
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grazie per le dritte...
per fortuna non ho alcun incarico diretto..... almeno da questo punto
di vista sono tranquillo!

Però il mio problema rimane.... quindi sapresti indicarmi qualche
testo? o qualche link a riguardo?
Ti spiego meglio di cosa ho bisogno: si tratta di individuare una
disposizione tale che l'ingombro planimetrico sia minimo e che rimanga
garantita la dissipazione dell'onda incidente....
ciao!
Post by terra-mar
Qualsiasi libro sulle costruzioni marittime ha tabelle dimensionali per
tutti i tipi di massi artificiali di forma speciale. Ci troverai anche i
parametri necessari al calcolo e la percentuale di porosità delle scogliere
in funzione del tipo di masso scelto (la porosità determina la dissipazione
dell'energia dell'onda incidente).
I tetrapodi sono disposti "alla rinfusa" ma è necessario che il gruista,
nella formazione delle scogliere, sia particolarmente capace e assistito,
per la sicurezza delle imbragature, da operai/marinai specializzati
soprattutto se si opera con ganci a scocco.
Dato che anche a livello tecnico, per tracciamenti e controllo, occorre una
discreta esperienza ti consiglio, mettendo da parte orgoglio ingiustificato,
di farti guidare da tecnici già esperti (anche di grado inferiore) dato che
il solo non saper distinguere "le insufficienze" nella messa in opera
comporta la rovina della scogliera alla prima mareggiata.
Inoltre eseguendo lavori marittimi occorre saper valutare quando e come si
può operare altrimenti, soprattutto se si opera con mezzi marittimi, si
fanno pasticci o si va incontro a disastri economici (tralascio le questioni
di sicurezza perchè sono competenza esclusiva del comandante del mezzo e se
ci metti il becco o ti fa arrestare o ti ammazza direttamente).
Visto che non sai assolutamente niente di lavori marittimi e di
problematiche connesse, chi te l'ha fatta fare ad accettare l'incarico con
responsabilità diretta ????
Ciao.
Claudio (terra-mar)
terra-mar
2006-06-28 00:04:39 UTC
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Post by tommy
grazie per le dritte...
per fortuna non ho alcun incarico diretto..... almeno da questo punto
di vista sono tranquillo!
Però il mio problema rimane.... quindi sapresti indicarmi qualche
testo? o qualche link a riguardo?
Lascia stare senz'altro i link, internet è zeppo di notizie non
controllabili e spesso errate quando non false, spesso partorite da
picchiatelli, invece basati esclusivamente sui libri specialistici anche se
divulgativi (non riviste divulgative generiche che hanno il difetto di tutti
i giornali ... scrivono fesserie).
La lista dei libri è piuttosto lunga e in continuo aumento, quindi ti
conviene rivolgerti alle biblioteche universitarie, tanto per nominare due
testi abbastanza abbordabili (sempre che siano ancora in commercio):
"Spiagge e porti turistici" di Berriolo e Sirito. Ed. Hoepli - "Opere
esterne di difesa dei porti" dei Proff. Benassai, Esu, Noli, Paolella, Tosi.
Ed. ESA Editrice Roma (questi ultimi autori molto noti nel mondo e che ho
conosciuti personalmente durante il mio iter professionale nel campo).
Post by tommy
Ti spiego meglio di cosa ho bisogno: si tratta di individuare una
disposizione tale che l'ingombro planimetrico sia minimo e che rimanga
garantita la dissipazione dell'onda incidente....
ciao!
Non ci siamo. Le scogliere sono opere caratterizzate da una bassa durabilità
e debbono essere periodicamente sottoposte a manutenzione (in gergo
"ricarica") per il ripristino della sezione (negli strati esterni che
costituiscono la mantellata attiva a causa del lavorio delle mareggiate) e
talvolta nelle configurazioni sommerse per cause varie (assestamenti,
penetrazioni nel substrato ecc.).
La mantellata attiva cui si rivolge la principale attività di calcolo è
costituita da vari elementi: pendenza della scarpata, spessore dello strato
(normalmente almeno di due elementi o scogli o massi), larghetta della berma
superiore (almeno il doppio dello spessore dello strato), peso singolo di
ciascuno scoglio o masso, peso specifico del materiale dello s. o m.,
altezza dell'onda incidente regnante (+ frequente) o dominante (massima), da
coefficienti sperimentali che dipendono dalla tipologia di s. o m. e che
tengono conto della loro posizione planimetrica (tronco o testata??? ovvero
maggiore o minore interazione tra gli elementi per la loro stabilità) e
della porosità minima caratteristica determinata sperimentalmente, ecc. ecc.
ecc.
La dimensione (o peso) del masso quindi dipende da tutti questi elementi ...
in sintesi dalla forma della scogliera. In pratica tutto è stato già
sperimentalmente determinato (la coesistenza fra massi di dimensioni
comprese in un determinato range è tuttora valida per gli scogli naturali
mentre per quelli artificiali si sono notati migliori effetti quando sono
tutti eguali ovvero con porosità caratteristica.
Nella costruzione pratica ci si prova a ottenere la porosità minima (o
caratteristica) però non si ha più a che fare con modellini ma con elementi
di diversi mc di volume e di parecchie tonnellate di peso, in più la
visibilità è limitatissima (prova a immergerti durante la posa in opera,
nelle migliori condizioni non vedrai oltre 5-10 m e tutto appare
"schiacciato" e ingrandito).
I metodi di posa esposti dall'amico g. a proposito di Sines non sono
veramente applicabili pena proprio la cattiva sistemazione che ne deriva e
l'impossibilità di ripresa e risistemazione (le rare volte che mi è stato
indispensabile mi hanno fatto concludere che è meglio non farsi pagare un
masso che riprenderlo).
I massi artificiali in cls sono ovviamente di svariate tipologie (e costo di
roialty) a partire dai classici parallelepipedi (che stanno tornando di moda
per ragioni varie di costo e tecniche).
E' bene che tu sappia che, contrariamente a quello che ha sentito dire il
nostro amico su Sines, nella costruzione del porto non sono stati mai usati
tetrapodi. Inizialmente furono usati dei dolos da 42 ton. che a seguito
della mareggiata del febbraio 1978 si rivelarono troppo "delicati" di
costituzione (anche quando dotati di armatura) rompendosi per velocità di
posa di circa 0,50 m/s. Si suppone che l'alto numero di dolos danneggiati
sia stata la causa principale della rovina del molo. Nella ricostruzione
vennero impiegati antifer da 90 ton. (è un parallelepipedo modificato, ne
potrai trovare facilmente le illustrazioni).
Su Sines potrai trovare una completa relazione del Prof. Paolella proprio
"Opere esterne ecc." sopra menzionato.
Il mio ultimo consiglio è che dopo aver leggiucchiato (o magari letto bene)
un pò della vasta letteratura ufficiale sull'argomento, tu vada a chiedere
ospitalità a qualche grossa impresa con cantieri operativi per vedere le
cose dal vero ... forse ti sporcherai un pò ... forse ti bagnerai anche ...
però vuoi mettere ??? anche ai proff. non farebbe male .... ma forse odiano
sole, vento e acqua.
Tutto quanto sopra in modo necessariamente sommario.
Ciao
Claudio (terra-mar)

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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
tommy
2006-06-29 07:59:42 UTC
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Grazie terra-mar.... sei sempre prodigo di consigli....

ho beccato uno dei testi che mi dicevi e ho reperito qualche tab
dimensionale della Sogreah, finalmente so quanto è grande un tetrapodo
da 4 mc, so anche che lo spessore della disposizione a 2 layer è 3.25
mc, so che ingombro planimetrico ho con una scarpa 3:2.... + o - è
quello che mi serviva...

soo sicuro che queste geometrie le hanno studiate milioni di persone
prima di me.... sarebbe utilissimo poter trovare qualcosa di +
esteso....

se hai altri consiglio sono lieto di accettarli!
ciao
terra-mar
2006-06-29 18:58:06 UTC
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Post by tommy
soo sicuro che queste geometrie le hanno studiate milioni di persone
prima di me.... sarebbe utilissimo poter trovare qualcosa di +
esteso....
Tanto per cominciare guarda la bibliografia inserita nei testi ... la
maggior parte è in lingua straniera però.
Puoi anche cercare se da qualche parte c'è una raccolta di una vecchia
rivista specialistica ... mi pare si chiamasse "terra mare territorio" della
Giuffrè ... dopo averla disdetta anni fa dovrei averne ancora qualcuna
imballata in ripostiglio, a seguito del cambiamento di casa, dove è rimasta
per mia pigrizia.
Post by tommy
se hai altri consiglio sono lieto di accettarli!
Evitare il versamento diretto dei tetrapodi sul fondale, formando prima uno
strato di fondazione di pietrame (spessore minimo mai inferiore a 1 m), se
però il fondale è di natura sabbiosa o sabbia mista a ghiaia conviene
predisporre sotto lo strato di fondazione del geotessile. Questo perchè i
massi di forma speciale come i tetrapodi hanno assestamenti differenziali
molto sensibili (gli assestamenti nelle scogliere in genere sono a favore
della stabilità dei singoli elementi e della struttura in genere ma nel caso
delle forme speciali possono facilmente provocare forzature e rotture degli
elementi con riduzione dell'interazione fra di essi e minaccia per l'intera
struttura.
Una volta dimensionata la sezione dell'intero molo, se l'acclività del
fondale naturale è sensibile (maggiore del 10-15%), conviene una verifica di
stabilità secondo Bishop.
Post by tommy
ciao
Saluti
Claudio (terra-mar)

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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
tommy
2006-07-03 08:45:46 UTC
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RILANCIO CON UN ALTRO TEMA..... I MATERIALI:

Calcestruzzo RcK 250 per fornitura e posa in opera di massi tipo
tetrapodi compreso casseri oneri di prefabbricazione e movimentazioni
in cantiere, posa in opera con mezzi marittimi

MI SEMBRA UN PO' POCHINO PER OTTENERE DA UNA IMPRESA LA PRODUZIONE DI
ELEMENTI DI BUONA QUALITA' E CARATTERISTICHE MECCANICHE.....

COSA ALTRO E' MEGLIO DESCRIVERE?
- VIBRATURA...
- RAPPORTO ACQUA/CEMENTO
- CEMENTO POZZOLANICO....

SECONDO VOI?

GRAZIE 1000.........!
CIAO!

gitac
2006-06-27 09:09:42 UTC
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Post by tommy
qualcuno mi può aiutare in materia di costruzioni marittime?
ho bisogno di reperire materiale circa la posa in opera dei tetrapodi
per una opera di difesa di un porto turistico.
quello che cerco è un qualche disegno o schema che indichi le
disposizioni magari con definizione delle geometrie in funzione delle
dimensioni dei tetrapodi (3.2 - 4 - 5 mc)
Se ti può aiutare ti poso dire come ha operato la Società Condotte (Roma)
nella realizzazione del porto di Sines in Portogallo.
La disposizione dei tetrapodi è stata determinata in fase di progetto in
posizione tridimensionale di ognuno. Per questo occorre che tu ti riferisca
alla funzione-forma dei tetrapodi che regola l'ottimizzazione del
posizionamento, attingendo eventualmente anche alla ditta detentrice del
brevetto.
In quel caso, se non ricordo male, mi sembra che era stato fatto uno studio
dall'università di parigi.
Ogni tetrapodo quindi è noto nella sua posizione spaziale e ne viene fatta
la rappresentazione grafica.

Il posizionamento allora venne effettuato con due teodoliti che davano la
posizione per intersezione in avanti e dei sommozzatori controllavano
sott'acqua il corretto posizionamento. Oggi si può fare con l'ausilio del
gps in modo più veloce. Basta posizionare un ricevitore gps sulla gru di
movimentazione che lavora in RTK con una stazione nota, anche in un sistema
di riferimento locale.

Se non trovassi altro e ti occorressero informazioni più dettagliate ti
posso mettere in contatto con chi ha seguito il cantiere a suo tempo.

E' comunque un lavoro abbastanza complesso e fatto da specialisti con solida
esperienza. Difficile improvvisare.

Considera che allora una parte del porto fu letteralmente spazzata via da
una grossa mareggiata (lì l'ocaeno non scherza! ho il filamto!) e dalla
ricostruzione fatta sempre a parigi venne fuori che il tutto fu causato da
una diversa valutazione dell'energia dissipata dal complesso.

ciao

gitac
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